Branca dell’odontoiatria che si occupa della diagnosi e terapia di tutte le affezioni a carico del parodonto ( ovvero dei tessuti di supporto degli elementi dentari; costituiti da gengiva, osso alveolare, cemento radicolare e legamento parodontale ). Il sanguinamento gengivale come pure le retrazioni gengivali, i denti mobili, l’alito cattivo ed gli ascessi sono segni inequivocabili di gengivite e parodontite (più conosciuta col termine di piorrea). Mentre la gengivite se adeguatamente e tempestivamente trattata può risolversi completamente e senza danni residui a carico del paziente, non lo stesso può ritenersi nel caso della parodontite, malattia cronica che riconosce una familiarità e correlata a patologie sistemiche ( diabete, cardiopatie, etc. ) che esita in danni più o meno importanti ( per questo è indispensabile una diagnosi precoce ) a carico dei tessuti parodontali. Tutte le terapie necessarie a fronteggiarle sono inquadrabili in tre diverse fasi:
-
Igiene e motivazione all’igiene: in cui il paziente viene sottoposto alla rimozione di placca e tartaro sopra e sottogengivale ed istruito alle manovre d’igiene che deve quotidianamente mettere in pratica.
-
Chirurgia parodontale: nel momento in cui il paziente giunto attraverso la fase precedente alla stabilizzazione della malattia può , se necessario, essere avviato al trattamento correttivo che a seconda della tipologia del danno sarà chirurgico-rigenerativa ( per rigenerare la quota di osso o parte di essa ), chirurgico-resettiva ( per regolarizzare il profilo osseo eliminando i difetti prodottisi ).
-
Terapia di mantenimento: che ha come obbiettivo ultimo quello di conservare quanto ottenuto con le pregresse terapie attraverso uno stretto rapporto tra paziente e personale medico.
Per fronteggiare le esigenze estetiche derivanti dagli effetti della malattia parodontale è nata la chirurgia mucogengivale.