La sicurezza per i pazienti. Protocollo di Sterilizzazione
E’ ampiamente riconosciuto che le infezioni contratte in ambito sanitario costituiscono un problema rilevante con pesanti riflessi sociali ed economici.
Per fronteggiare in modo efficace il problema è necessario adottare una strategia operativa che riconosca nelle procedure di pulizia, disinfezione e sterilizzazione uno strumento fondamentale di profilassi ambientale.
Soprattutto negli ambienti medici, la disinfezione e l’utilizzo di presidi idonei assumono un ruolo particolarmente importante.
Tutti gli strumenti che utilizziamo i vengono prima detersi e poi sterilizzati attraverso autoclave di classe B, la migliore e più accreditata procedura, consigliata dal Ministero della Salute.
Queste apparecchiature sono controllate ad ogni ciclo di sterilizzazione con rilevatori chimici e fisici, e settimanalmente vengono eseguiti test biologici.
Il ciclo di sterilizzazione è composto da varie fasi.
DISINFEZIONE CHIMICA: è un’operazione obbligatoria prevista dal titolo X Dlgs. 81/2008.
Si tratta di una misura di sicurezza di tipo collettivo, che contribuisce alla protezione degli operatori coinvolti nel ciclo di sterilizzazione.
La normativa impone che tutti gli strumenti potenzialmente infetti, prima di essere manipolati, debbano subire un trattamento chimico o fisico per l’abbattimento della carica batterica.
I dispositivi utilizzati per la disinfezione chimica sono vasche apposite e liquidi specifici (come acido paracetico, enzimatici, sali quaternari). Questa prima fase assicura che gli strumenti abbiano una bassa carica batterica e siano così portati a livello di sicurezza, tutelando l’incolumità degli operatori.
DETERSIONE: la pulizia vera e propria dei dispositivi medici rappresenta un requisito essenziale per la sterilizzazione.
Questa fase ha lo scopo di ridurre di oltre il 90% l’entità della contaminazione microbica e di rimuovere il materiale organico residuato dalla procedura precedente.
La loro persistenza sui dispositivi può infatti ostacolare l’azione dell’agente sterilizzante e vanificare l’intero processo.
I dispositivi utilizzati per la detersione meccanica sono una vasca ad ultrasuoni e i relativi liquidi, mentre per quella manuale vengono utilizzati spazzolini, disinfettante, liquidi di pulizia e detersione finale.
ASCIUGATURA: lo scopo dell’asciugatura è quello di eliminare tutti i residui umidi per evitare fenomeni di corrosione o interazioni sul processo di sterilizzazione.
Gli strumenti devono essere asciutti per essere imbustati.
IMBUSTAMENTO: il confezionamento ha lo scopo di garantire che dopo la sterilizzazione i dispositivi mantengano la sterilità e siano protetti dalla contaminazione da patogeni presenti nell’ambiente.
Nel nostro ambulatorio gli strumenti utilizzati in chirurgia vengono imbustati con due buste e risterilizzati ogni due mesi in caso di non utilizzo. Il resto della strumentazione viene imbustato in busta singola, controllato e risterilizzato ogni mese.
Sono prodotti realizzati con accoppiato plastico (composto da poliestere e polipropilene) e carta medicale speciale, resistente all’umidità e con alta protezione ai batteri.
STERILIZZAZIONE: l’inserimento degli strumenti in autoclave è l’atto finale di un sistema preciso, definito e razionale. In questa fase si eliminano tutti i microrganismi presenti su strumenti e materiali e ogni forma di vita viene distrutta, grazie all’interazione di temperatura, pressione e tempo. Utilizziamo, come da obblighi di legge, un’utoclave certificata per sterilizzare carichi di tipo B, come manipoli, turbine e altri corpi cavi.
Si elimina così ogni forma microbica o contaminante presente sugli strumenti utilizzati nella pratica quotidiana.
Nel nostro ambulatorio vengono utilizzate varie tipologie di test per controllare il corretto funzionamento della sterilizzatrice.
Giornalmente viene eseguito il Vacuum Test, un ciclo interno dell’autoclave che ha come scopo il controllo del vuoto della macchina stessa.
Una volta a settimana, viene effettuato l’Attest Test che utilizza le colture biologiche e serve per valutare la capacità dell’autoclave di distruggere tutti i microrganismi, incluse le spore, mentre ogni quindici giorni viene eseguito il Bowie & Dick Test che ha lo scopo di valutare il grado di sterilizzazione dei carichi porosi.